La storia del mandorlo ha origini molto antiche, I primi esempi di mandorli domestici appaiono già nella prima parte dell’Età del Bronzo (dal 3000 al 2000 a.C.), addirittura vi sono alcuni ritrovamenti di frutti del mandorlo in tombe faraoniche. Originario dell’Asia centrale ed occidentale, questa pianta, dopo essere stata addomesticata dalle straordinaria capacità di abili agricoltori, si espande nel bacino mediterraneo, probabilmente tramite Greci o Fenici, arrivando ad essere ospitata ed adattata nell’isola che noi conosciamo come Sicilia.
Estesasi poi a molti altri territori dell’Europa, oggi la pianta del mandorlo viene coltivata nelle zone a clima temperato caldo di entrambe gli emisferi. In Italia, addirittura, possiamo trovare degli esempi di culture di mandorli pure nelle zone prealpine. A metà del 1800, il mandorlo era un albero particolarmente diffuso nelle campagne a cavallo tra basso Piemonte e Liguria, i contadini usavano piantare alberi di mandorlo vicino a casa, sia per abbellimento, sia per raccoglierne i frutti. Ma queste piante producevano quantità di mandorle molto superiore al loro fabbisogno. Per questo motivo, da buoni liguri, decisero di sperimentare il prodotto in pasticceria.
Sassello fu il primo paese a trovare una soluzione adeguata, dando vita all’amaretto. Più passava il tempo e più l’amaretto diventava un prodotto tipico della zona, con caratteristiche diverse da una località all’altra. Il Sassello si innamorò fin da subito degli amaretti, trasformandoli in dolci casalinghi apprezzati al pari dei canestrelli e del pandolce, già diffusi nella zona.
La produzione rimaneva comunque a un livello artigianale e l’amaretto morbido era diffuso soprattutto in ambito regionale. L’amore tra Sassello e l’amaretto continuò a crescere nel tempo, fino ad arrivare agli anni ‘60, quando la tradizione artigiana si è adeguò alle crescenti richieste del mercato. Ed è proprio in questo periodo che il Sassello diventa un vero distretto dolciario, uscendo così dai confini regionali del Piemonte e della Liguria. L’amaretto di Sassello salì all’onore delle cronache ricevendo diversi riconoscimenti come in occasione dell’Esposizione Internazionale di Genova del 1892 e delle mostre di Parigi nel 1911 e Madrid nel 1914.
La ricetta tradizionale prevede l’uso di ingredienti semplici, mandorle, armelline (parte interna del nocciolo dell’albicocca e della pesca), albume d’uovo e zucchero. Ottimi con il caffè a fine pasto o con la cioccolata, alcune aziende locali producono vari tipi di amaretti morbidi con frutta come arancia frutti di bosco, cocco oppure al rum o con gocce di cioccolato.
Fabbriche Amaretti di Sassello:
A.D.R. S.P.A. LA SASSELLESE – Via G. Badano, 44 – 17046 Sassello (SV) – tel. 019/724140 – fax 019/724665 – www.sassellese.it – info@sassellese.it
AMARETTI VIRGINIA – Loc. Prapiccinin, 6 – Sassello (SV) – tel. 019/724119 – fax 019/724213 – www.amarettivirginia.com – amarettivirginia@amarettivirginia.com
BARATTI E MILANO S.R.L. – Loc. Maddalena – Sassello (SV) – tel./fax 019/724014
PANARELLO PRODUZIONI S.R.L. – Via G. Badano, 28 – 17046 Sassello (SV) – tel./fax 019/724101 – www.panarello.com – info@panarello.com
ISAIA – Via G. Badano, 46 – Sassello (SV) – tel. 019/724126 – fax 019/724681 – isaia@sassello.com
GIACOBBE S.N.C. – Loc. Pianferioso, 4 – 17046 Sassello (SV) – tel./fax 019/724860 – www.amarettigiacobbe.it – info@amarettigiacobbe.it