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Ma davvero l’olio extravergine italiano si sta suicidando?

Ma davvero l’olio extravergine italiano si sta suicidando?

C’è fermento tra i produttori di olio extravergine di oliva per il libro del giornalista e blogger americano Tom Muller “Extraverginità”, presentato mercoledì 29 gennaio in Parlamento, in cui si sparano accuse verso i nostri produttori e le forze dell’ordine che sono responsabili dei controlli di qualità.

Il New York Times, ispirandosi al libro, ha creato ben 15 vignette a loro dire esplicative, nelle quali si evidenziano le pratiche illegali con cui il 69% del nostro olio classificato genuino è in pratica contraffatto e i nostri politici classificati come ostaggi delle lobby industriali, con gli addetti ai controlli incapaci di svolgere i loro lavoro. L’autore ha preso immediatamente le distanze dal prestigioso quotidiano statunitense, ma ormai il danno è fatto. Il nostro commercio estero è molto vasto e gli U.S.A. sono il maggior Paese importatore cui inviamo i nostri Extravergine. Certamente i nostri concorrenti diretti, gli spagnoli, trarranno vantaggio da questo episodio, ma in sintesi di cosa siamo accusati?

Semplicemente di “spacciare” olio di oliva extravergine Made in Italy che tanto Italy non è e con le nostre Forze dell’Ordine, impegnate da sempre contro la contraffazione, che verificano la qualità con il solo olfatto. Inoltre l’olio proveniente da Marocco, Grecia e Spagna sarebbe imbottigliato e venduto come italiano, unitamente a olio di soia e altri di scarsa qualità, poi classificati come extravergine d’oliva.

La Coldiretti riporta anche che “le vignette affermano palesemente come l’Italia sia il maggior importatore del mondo di olio e che nelle nostre raffinerie l’olio di oliva venga miscelato con altri oli e dopo l’aggiunta di beta -carotene per camuffare il gusto e di clorofilla per colorare, il tutto venga poi imbottigliato ed etichettato extravergine italiano”.

Quello che mi fa “male” come italiano è che in alcune affermazioni ci sono delle verità. Ma allora perché non cogliere l’occasione al volo e FARE I NOMI? Condanniamo i veri colpevoli e non penalizziamo il lavoro di tanti produttori onesti che sono artefici della qualità e dell’eccellenza in frantoio. Con un solo articolo su un quotidiano, pure estero neanche italiano, si vedono accusati di truffa!

Perché è di truffa che si parla. Verso il consumatore, verso il commercio con l’estero, verso se stessi… .

I politici e le organizzazioni di categoria dovrebbero a mio parere impedire che siano rivolte accuse infamanti al nostro Paese e l’unico modo per farlo è creare ad esempio una filiera accertata, etichette sulle bottiglie che permettano di capire perché un olio viene venduto a 2,5 euro al litro e quello a fianco a 8,00 euro (ci sarà un differenza di qualità?). Ma non solo.

Molto sta al consumatore che dovrebbe approfondire la sua cultura, domandandosi che cosa sta acquistando senza farlo “alla cieca” fidandosi dell’offerta del supermercato e non pensando che se un olio è di bassa qualità potrebbe non avere sapore (e saremmo già contenti…), puzzare o soprattutto non possedere quelle caratteristiche benefiche che appartengono esclusivamente agli oli di qualità. Solo scegliendo prodotti genuini possiamo, da consumatori, abbattere il fenomeno della contraffazione. Spero che le Autorità competenti non facciano come spesso accade “del buonismo all’italiana” lasciando cadere questo episodio nell’oblio, ma facciano valere i nostri diritti e le nostre origini, tutelando l’economia Nazionale anche in questo settore.

Senza indugi… salviamo l’Olio Extravergine di Oliva Italiano dal suicidio!

Ennio Baccianella

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