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Radicchio rosso di Treviso IGP

Radicchio rosso di Treviso IGP

Col termine di radicchio si intendono quelle cicorie con foglie rosse più o meno variegate che hanno trovato in diverse province del Veneto la loro massima diffusione.

Come tutte le cicorie, i radicchi appartengono alla famiglia delle Asteraceae, tribù Cichoriae, genere Cichorium, che comprende 7 o 8 specie tra le quali, sotto il profilo orticolo, rivestono particolare importanza C. endivia e C. intybus. Allo stato spontaneo, le cicorie sono piante vivaci, con radice perennante o biennali, che formano, nella fase iniziale di crescita del primo anno, una rosetta di foglie e al secondo lo stelo.

Nella pratica comune, i radicchi sono coltivati come piante annuali, con semine o trapianti che, all’aperto o in ambiente protetto interessano l’intero arco dell’anno. Le foglie sessili hanno forma e colore diversi a seconda dei tipi e margine intero o finemente dentato. Le radici fittonanti, con funzione di riserva, hanno forma conica o fusiforme e si approfondiscono per 30-50 cm. Nei grumoli commerciali lo stelo è molto corto – da 2 a 5-6 cm – e carnoso; su di esso si inseriscono le foglie in numero variabile in relazione ai diversi tipi.

Le origini

La specie spontanea denominata “Cichorium Intybus L.” è, presente fin dalla notte dei tempi, come cicoria selvatica, ma sono stati i continui cambiamenti apportati per conservarlo meglio, per innesti o anche per variazioni fatte in modo inconscio che lo hanno fatto diventare il pregiato e famoso radicchio rosso di Treviso che è oggi, il quale proprio nelle terre trevigiane ha trovato letteralmente l’”humus” adatto alla sua perfetta riuscita.

Se, storicamente, si può riconoscere in modo univoco che la prima mostra ove compare il radicchio rosso di Treviso viene fatta il 20 dicembre 1900, organizzata da Giuseppe Benzi, un agronomo di origine lombarda trasferitosi nel 1876 a Treviso come insegnante, non altrettanto chiara è l’origine esatta della tecnica dell’imbiancamento, due sono le versioni più accreditate:

La prima e più leggendaria riguarda Francesco Van den Borre, il quale, giunto nel 1860 nel Veneto dal Belgio, specializzato nell’allestimento di parchi e giardini, si ritiene abbia usato sui radicchi di campo la tecnica dell’imbiancamento, all’ora assai diffusa in Belgio. Di questa notizia non ci sono prove certe, tuttavia in molti vi fanno riferimento.

La seconda versione è quella che ritiene che i contadini, con l’arrivo dell’inverno, avessero tentato di conservare i radicchi nelle stalle e che, casualmente, si fossero accorti che invece di marcire alcuni cuori di radicchio fossero anzi buoni e croccanti; avendo poi a disposizione l’acqua sorgiva utile per tenerli sempre freschi si ritiene che abbiano iniziato questa nuova coltura.

Il forte accreditamento dato alla prima versione è forse dovuto al fatto che il radicchio di Treviso sembra un fiore, come scrisse Aldo Van den Borre (1886-1954), figlio di Francesco, nel 1924: “Ecco un erbaggio che è un fiore. Treviso va altera di questo magnifico ortaggio, che è opera della sua terra, del suo clima e della sua gente illustre e paziente. Di cicorie ve n’è dappertutto. Ma l’erba di Teofrasto, la kasni degli Indù, la radice rossa di Milano, la kaiserscichorie di Berlino, la Witoof di Bruxelles, l’archicoria dell’Escuriale, la christmas salad di Londra non hanno nulla a che fare col radicchio trevisano: Se lo guardi, egli è un sorriso Se lo mangi, è un paradiso Il radicchio di Treviso!”

O come dirà nel 1928 nelle “Osterie Veneziane” Elio Zorzi “Il radicchio di Treviso è un fiore commestibile: quando venga portato in tavola senz’essere prima condito, sembra, nella casalinga insalatiera, un mazzo d’orchidee in una preziosa coppa di porcellana.”, o ancora dirà magistralmente Maffioli nel 1983 nella sua “Cucina Trevigiana” “Il rosso, tono dominante della natura moribonda, si erge nella sua crescente freschezza come su steli di alabastro, a cantare una vita che sfida i rigori dell’inverno e se ne avvantaggia”.

Zone di Produzione del Radicchio Rosso di Treviso (Precoce, Tardivo e variegato)

Provincia di Treviso: Carbonera, Casale sul Sile, Casier, Istrana, Mogliano Veneto, Morgano, Paese, Ponzano Veneto, Preganzial, Quinto di Treviso, Silea, Spresiano, Trevignano, Treviso, Vadelago, Villorba, Zero Branco.Provincia di Padova: Piombino Dese, Trebaseleghe.Provincia di Venezia: Martellago, Mirano, Noale, Salzano, Scorzè.

Radicchio Rosso di Treviso IGP – Precoce
 
radicchio precocePassata la grande calura estiva, nei campi, le verdi foglie del radicchio vengono dolcemente raggruppate e legate per permettere che il cuore, “al buio”, sviluppi nuove foglie che, a partire dal mese di settembre, si mostreranno di colore rosso intenso. Toilettato, lavato, il Radicchio Rosso di Treviso Precoce si presenta di buona croccantezza, moderatamente amaro, adatto a molteplici usi, sia cotto che crudo.
Sapore: foglie di sapore leggermente amarognolo e di consistenza mediamente croccante.
Colore: foglie caratterizzate da una nervatura principale molto accentuata, di colore bianco che si dirama in molte piccole penninervie nel rosso intendo del lembo fogliare notevolmente sviluppato.
Caratteristiche tecniche: cespo voluminoso, allungato, ben chiuso, corredato da modesta porzione di radice.
 
Radicchio Rosso di Treviso IGP – Tardivo
radicchio tardivoA novembre, dopo che la campagna abbia “subito” almeno due brinate, è il tempo di raccogliere il Radicchio Rosso di Treviso Tardivo. Il padre di tutti i radicchi del Veneto non è però ancora pronto per raggiungere le tavole dei suoi innumerevoli estimatori. Sarà l’acqua di risorgiva e la mano esperta dei produttori a consentirgli di esprimere, nel giro di alcune settimane, tutta la sua bellezza, la sua croccantezza, il suo gusto inconfondibile, la gioia dei palati più raffinati.
Sapore: costola dorsale di sapore gradevolmente amarognolo e croccante nella consistenza.
Colore: lembo fogliare rosso vinoso intenso con nervature secondarie appena accennate; costola dorsale (nervatura principale) bianca.
Caratteristiche tecniche: germogli regolari, uniformi, e dotati di buona compattezza; foglie serrate, avvolgenti che tendono a chiudere il cespo nella parte apicale; cespo corredato di una porzione di radice fittonante perfettamente tolilettata e di lunghezza proporzionale alla dimensione del cespo, comunque non superiore a 6 cm.
Radicchio Variegato di Castelfranco IGP
 
radicchio variegatoOttobre segna l’arrivo sul mercato del Radicchio Variegato di Castelfranco. Il suo colore bianco crema, la variegatura della foglia e la sua forma lo rendono uno dei radicchi più ammirati. Bello di aspetto, delicato al palato, il Radicchio Variegato di Castelfranco aspetta paziente il momento della sua celebrazione, contento di soddisfare, per il momento, il palato dei gourmet più attenti.
Sapore: foglie di sapore dal dolce al gradevole amarognolo molto delicato.
Colore: foglie bianco-crema con variegature distribuite in modo equilibrato su tutta la pagina fogliare di tinte diverse dal viola chiaro al rosso violaceo e al rosso vivo.
Caratteristiche tecniche: cespo bello di forma e splendido di colori e con diametro minimo di 15 cm; partendo dalla base del cespo si ha un giro di foglie piatte, un secondo giro di foglie un po’ più sollevato, un terzo giro ancora più inclinato e così via fino ad arrivare al cuore, evitando la presenza di grumulo; lunghezza massima del fittone 4 cm, di diametro proprorzionale alle dimensioni del cespo stesso; foglie spesse il più possibile, con bordo frastagliato, con superficie del lembo ondulata, di forma rotondeggiante.

Qualità nutrizionali

Alle doti estetiche e di gusto del Radicchio si aggiungono quelle nutrizionali: povero di calorie, come tutte le verdure a foglia, è ricco di vitamine e sali minerali (soprattutto Potassio, Calcio e Fosforo) ed è un ottimo apportatore di fibre.
Combatte i radicali liberi, responsabili di gravi alterazioni come i tumori. Buono per la digestione, aiuta le funzioni del fegato, inoltre stimola la secrezione e l’afflusso di bile all’intestino.Il Radicchio crudo è anche indicato per la dieta, perché con la sua consistenza corposa e croccante e il volume che le sue foglie occupano nel piatto danno una sensazione di ricchezza al palato e all’occhio.

Consorzio Tutela Radicchio Rosso di Treviso

consorzio-radicchio-trevisoIl Consorzio Tutela Radicchio Rosso di Treviso e Variegato di Castelfranco nasce nel 1996 a seguito della pubblicazione nella GUCE del Reg. (CE) 1263/96 che riconosceva l’indicazione Geografica protetta per il Radicchio Rosso di Treviso e in Radicchio Variegato di Castelfranco.Il Consorzio – così come espressamente previsto dallo statuto – ha funzione di tutela, di promozione, di valorizzazione, di informazione del consumatore e di cura generale degli interessi relativi alla denominazione IGP.

In particolare il Consorzio ha compito di:
– vigilare sul corretto uso delle denominazioni Radicchio Rosso di Treviso I.G.P., nelle due tipologie precoce e tardivo, e Radicchio Variegato di Castelfranco I.G.P., così come previste dal Reg. (CE) 1263/96 e successive integrazioni e/o modificazioni, e tutelarle contro ogni abuso;
– vigilare sulla produzione dei radicchi medesimi al fine di salvaguardare la tipicità e le caratteristiche peculiari previste dal disciplinare di produzione;
– promuovere e diffondere il consumo e la conoscenza del Radicchio Rosso di Treviso I.G.P., precoce e tardivo e del Radicchio Variegato di Castelfranco I.G.P., in Italia e all’estero ed assicurarne la valorizzazione commerciale;- assistere i produttori e i confezionatori al fine di agevolare e migliorare la produzione e la commercializzazione in Italia e all’estero delle produzioni tutelate, anche attraverso corsi di formazione.I compiti affidati al Consorzio, grazie alla collaborazione di numerosi enti ed istituzioni, sono stati – in questi anni – portati avanti con efficacia e determinazione tanto da collocare il Radicchio Rosso di Treviso e il Radicchio Variegato di Castelfranco – in termini di qualità percepita – tra le eccellenze a livello internazionale.

Consorzio Tutela Radicchio Rosso di Treviso e Variegato di Castelfranco Igp

Strada del Radicchio Rosso di Treviso e Variegato di Castelfranco

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