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I vini della Sicilia

I vini della Sicilia

La Sicilia una delle regioni più ricche di storia e tradizione del nostro paese, non solo ci stupisce per le sue città e i suoi scenari, ma anche per la bontà incontrastata dei suoi vini.

La viticoltura risale in tempi molto antichi quando i Greci fondarono qui le loro colonie diventate poi famose con il nome di Magna Grecia. Furono loro che iniziarono a praticare la coltivazione della vite e dell’ulivo.

Diodoro Siculo scrive nelle sue opere che la città di Agrigento e la regione di Akragas sono molto florenti e vi sono vigneti di grande bellezza con molti uliveti.

I greci già a quel tempo applicavano metodi all’avanguardia, eseguendo raccolte manuali, potature selezionate e concimazioni naturali, dato che elementi chimici ancora non vi erano e non potevano essere adottati.

Tutto andava per il meglio fino all’arrivo dei Romani che con delle guerre sconvolsero l’assetto creato cacciando via i greci dalla regione e reimpostando tutto il sistema agricolo fino ad ora creato.

I terreni diventarono dello stato “ager publicus”, e alcuni appezzamenti furono destinati ai ricchi senatori patrizi che portarono avanti pratiche di produzione di grano e vino, sfruttando le masse di plebe romana.

Nonostante ciò i vini siciliani furono apprezzati nel bacino del mediterraneo e vennero commercializzati in anfore di terracotta facili da trasportare e utili per conservare il vino grazie alla resistenza del loro involucro.

La caduta dell’Impero Romano porta di nuovo un periodo di crisi e con la discesa dei Barbari una totale distruzione delle campagne e delle città che si vedono costrette a interrompere le pratiche agricole data l’impossibilità di vivere in armonia e libertà.

Con i Bizantini tornò l’antico ordine delle cose e la viticoltura riprese il suo corso; dei vini prodotti rimane tracce solo del periodo romano con il famoso Mamertino prodotto a Messina, il Moscato di Siracusa o di Noto, il Tauromenitanum di Taormina.

Tutti i popoli che hanno attraversato la storia siciliana, hanno sviluppato la pratica vitivinicola e ognuno di loro ha lasciato una piccola traccia della sua tradizione e del suo modo di produrre e consumare il vino.

John WoodhouseLa vera e propria fama internazionale arriva nel 1700 per opera di John Woodhouse che con il vino Marsala fa conoscere la Sicilia in tutto il mondo conmercializzando questo vino su larga scala attraverso la sua flotta navale.

Sicilia, regione bella, fiorente e ricca, in cui la terra è stata sempre al fianco dell’uomo che ne ha saputo trarre i frutti migliori in qualsiasi condizione e che nonostante le influenze degli altri popoli è stata capace di mantenere i suoi caratteri senza perdersi in condizionamenti che a volte possono portare solo elementi negativi.

Il panorama vinicolo siciliano è molto ampio e spazia tra ottimi vini secchi bianchi e rossi e quelli passiti e liquorosi.

I vitigni coltivati variano tra gli autoctoni e quelli di impronta nazionale e internazionale.

I maggiori autoctoni sono il grillo, nero d’avola, insolia, nerello mascalese, il carricante, lo zibibbo, tutti che danno vini di pregio e grande impronta territoriale, vinificati sia da soli che con aggiunta di altre uve sia nel comparto dei rossi che in quello dei bianchi.

I vini bianchi ci colpiscono per i loro profumi e per la loro particolare freschezza espressione di un clima unico in cui il mare e il sole regalano elementi unici.

Partiamo in questo percorso con Colomba Platino di Duca di Salaparuta, uve insolia al 100%, giallo paglierino con profumi di agrumi, ginestre, frutta a polpa gialla, fresco e di buon grado alcolico, ottimo con primi piatti a base di pesce.

Contessa Entellina Chiarandà bianco, vino di Donnafugata, uve al 50% ansonica e al 50% chardonnay, aromi fruttati e floreali, ginestre, mele, erbe aromatiche, note minerali, una buona freschezza di profumi, al top con grigliate di pesce.

Di piacevole gusto è l’Altavilla della Corte bianco di Firriato, fatto con uve grillo al 100%, giallo paglierino, sentori freschi di erbe, mele, fiori bianchi, una giusta sapidità e mineralità, il risotto alla pescatora è il piatto ideale.

Grande espressione dello chardonnay versione siciliana quello di Planeta, un bel colore dorato con riflessi verdi, pesca gialla, agrumi, frutta esotica, in un avvolgente insieme che ci coinvolge totalmente, spezie, note di miele, vaniglia, valori di freschezza e sapidità ben equilibrati, un anno in barrique per arrivare alla perfezione.

Interessante e gradevole il Contea di Scalafani bianco Nozze d’Oro di Tasca d’Almerita, uve insolia e sauvignon, sambuco, salvia, pesche bianche, una morbidezza piacevole con un bel colore giallo paglierino.

Buone produzioni vi sono anche con il vitigno fiano, ottimo quello prodotto da Fina, con gradevoli aromi fruttati di susine, albicocche, agrumi di bella freschezza.

Carlo Pellegrino azienda istituzionale siciliana, lodevole il Tripudium, uve cataratto al 100%, un colore giallo paglierino con riflessi verdi, spezie dolci, frutta e fiori bianchi che si armonizzano fra di loro con gran freschezza, note di erbe aromatiche.

Questi sono solo alcune perle di vini di un contesto di produzione ampio e di qualità, tutto da esplorare in un connubio di uve autoctone e internazionali che sotto il sole di Sicilia danno dei vini bianchi eccellenti.

Nel mondo dei vini rossi siciliani la fa da padrone il  Nero d’Avola con produzioni di pregio in tutte le zone della Sicilia e sposta la sua fama sia fuori dal contesto regionale che da quello nazionale.

Iniziamo questo percorso con il Noà prodotto dalla cantina Cusumano, è un nero d’avola, merlot e cabernet, di un colore rosso rubino con eleganti profumi di more, ribes, fiori rossi, piacevole la sua struttura e il suo equilibrio, perfetto abbinamento con un bel filetto di manzo.

Azienda Duca di Salaparuta una delle istituzioni del vino regionali, leggiadro il Duca Enrico, un rosso igt con uve nero d’avola al 100%, un rosso rubino intenso, gli aromi sono complessi e variegati, prugne, susine rosse, spezie, erbe aromatiche, un vino equilibrato in tutte le sue componenti, 18 mesi in barrique grande, espressione del vitigno nero d’avola.

Donnafugata rosso Mille e Una Notte, altro grande nero d’avola un insieme di aromi unici e in armonia tra di loro, ciliegie, spezie, mirtillo nero, sosta 16 mesi in barrique, ideale con piatti di selvaggina.

Tra i rossi spiccano anche buoni vini fatti con uve nerello mascalese come l’Etna rosso di Cottanera, un bel rosso rubino che salta agli occhi, note di amarena, ciliegia, ribes, fiori rossi, un sapore elegante e persistente, 12 mesi in barrique per essere completo, carni e salumi stagionati, cibi ideali da mangiare con questo vino.

Oltre ai vitigni autoctoni che in queste terre danno vini di pregio e rappresentano le tradizioni siciliane, negli anni si è deciso di impiegare anche vitigni internazionali per arricchire il patrimonio ampelografico e la produzione, ottenendo risultati elevati e prodotti di particolare gusto ed interesse.

Camelot di Firriato, uve cabernet sauvignon, un rosso rubino scuro, aromi di prugne, ribes, spezie, note balsamiche, un tannino non invadente, 9 mesi in barrique, adatto con grandi arrosti.

Syrah Fina, azienda che produce vini pregiati sia autoctoni che con uve internazionali, il syrah si presenta con aromi fruttati di ciliegie, spezie dolci, mirto, un tannino molto fine e una freschezza che risalta al gusto speciale anche con primi piatti a base di pasta.

Piacevole il Merlot Accademia del Sole delle cantine Calatrasi, more, violette, ciliegie nere, in perfetta armonia tra di loro, un colore rubino di bei toni, a completare un vino di gran gusto e piacevolezza.

Settore molto importante è quello dei vini liquorosi, passiti e del famosissimo marsala.

Il Passito di Pantelleria sin dai tempi antichi veniva prodotto raccogliendo i grappoli maturi, selezionandoli con cura e lasciandoli essiccare al sole su delle canne o appositi contenitori prima di essere spremuti, concentrando così gli zuccheri naturali.

Il disciplinare consente l’uso solo di uve zibibbo coltivate nell’isola di Pantelleria e nella provincia di Trapani, e sopratutto adoperando pratiche precise senza forzature o altri accorgimenti che vanno a ledere la qualità dell’uva.

Tesori che vanno a finire in pregiati bottiglie che accompagnano i dolci  o le nostre conversazioni con aromi inconfondibili di cui è difficile non ricordare le emozioni che ci hanno trasmesso.

La Cantina Florio non è solo famosa per il Marsala ma anche per il Passito di Pantelleria, un vino espressivo di un gusto ben equilibrato, note di frutta candida, miele, caldo e piacevole, da gustare con pasticcini di pasta di mandorla.

Unico è il Ben Ryè di Donnafugata, prodotto con uve moscato di Alessandria, albicocche secche, erbe aromatiche, miele, giusto calore e sapidità, abbinamento con formaggi stagionati o degustato da solo.

Tra questi prodotti spicca la Malvasia delle Lipari passito selezione Carlo Hauner, un colore ambrato con profumi di arancia, frutta secca, erbe  e note marine, mandorle, due anni in barrique, destinato alla meditazione o con biscotti secchi.

Ancora Florio stavolta con il Morsi di Luce, zibibbo al 100%, un colore giallo dorato, frutta candida che esplode con tutta la sua armonia nel bicchiere, 10 mesi in barrique per raggiungere la perferzione.

Il vitigno grillo oltre a buoni bianchi ci regala il Marsala che dal 1700 si fa amare in tutte le sue versioni.

Pregiata la Marsala vergine Donna Franca di  Florio, un insieme di elementi eleganti e complessi con un colore ambrato, sentori di noce, mandorla, una nota alcolica avvolgente e un buon equilibrio gustativo, gran vino.

Marsala fine rubino di Carlo Pellegrino, uve nero d’avola, sei mesi in barrique, un colore rosso rubino e aromi fruttati tipici del vitigno, ciliegie, prugne,  ottimo prodotto, da provare con pasticceria o cioccolato.

Tanti vitigni e tante uve che in terra di Sicilia si trasformano in aromi, colori e sensazioni, uniche figlie di un clima speciale tra la terra e il mare, sole unico e caldo,  per vini da provare almeno una volta nella vita.

I vini sopra descritti sono solo quelli che ho avuto il piacere di degustare. La produzione siciliana è ampia e di qualità, un comparto vinicolo che ha saputo integrare la tradizione autoctona alle influenze internazionali regalandoci vini che sotto lo splendido sole di Sicilia, che ci fanno provare emozioni uniche in ogni sorso che abbiamo il piacere di bere.

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