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Agroalimentare Made in Italy qualità da record

Agroalimentare Made in Italy qualità da record

In crescita i riconoscimenti Dop, Igp e Stg, ma aumenta anche la contraffazione di prodotti dall’estero. 

È di pochi giorni fa la diffusione del rapporto Istat “I prodotti agroalimentari di qualità Dop, Igp e Stg” che certifica il primato del nostro paese, anche per l’anno 2013, sui prodotti italiani di qualità protetti dal riconoscimento dell’Unione Europea. Un vero record storico ottenuto grazie a 264 denominazioni tutelate con 161 prodotti a denominazione di origine protetta (Dop), 103 a indicazione d’origine protetta (Igp) e due specialità tradizionali garantite (Stg).

Cifre che ci mettono al riparo da una potenziale volata dei cugini d’oltralpe, giacché la Francia si ferma in seconda posizione a quota 217.

Tra i settori con il maggior numero di riconoscimenti svetta quello ortofrutticolo e cerealicolo con ben 101 prodotti, seguito da quello dei formaggi con 4 e dagli oli extravergine di oliva con 43 riconoscimenti.

Completano questa serie di “giacimenti” gastronomici italiani 38 prodotti a base di carne, 9 prodotti della panetteria e della pasticceria, 5 spezie o essenze, 5 pesci, molluschi, crostacei e prodotti derivati, 4 carni e frattaglie fresche, 3 aceti, 3 mieli e 2 paste alimentari.

Gli operatori certificati sono 80.435, di cui 75.156 sono produttori attivi, in particolare, nei settori dei formaggi (27.190 unità, pari al 36,2% del totale), degli oli extravergine di oliva (19.083, 25,4%) e degli ortofrutticoli e cereali (17.076, 22,7%).

Numeri di tutto rispetto che permettono all’agroalimentare italiano di vantare un fatturato complessivo che supera i 13 miliardi tra il mercato interno e quello estero e che rappresentano un segnale di grande ottimismo per la salute di questo importante settore dell’economia del paese.

Notizie positive per il made in Italy che, nonostante tutto, si conferma il punto di riferimento nel mondo per qualità, gusto e stile di vita ma che, proprio per questo, è ormai da anni bersaglio contraffazioni di prodotti di ogni sorta, dalla moda al settore agroalimentare.

È il fenomeno noto come italian sounding, termine che indica una vera e propria truffa nei confronti dei consumatori e che interessa in particolare il settore enogastronomico. Si tratta dell’utilizzo di denominazioni, marchi e segni distintivi riconducibili al nostro paese, usati per promuovere prodotti di discutibile qualità, spacciati per eccellenze italiane.

Per restare nel settore, i prodotti più imitati sono quelli di punta come il Grana Padano, il Parmigiano Reggiano e il Prosciutto di Parma, che da soli realizzano più della metà del fatturato agroalimentare italiano. Dal Parmesan diffuso in tutti i continenti, dagli Stati Uniti al Canada, dall’Australia fino al Giappone, ma in vendita c’è anche il Parmesao in Brasile, il Regianito in Argentina, Reggiano e Parmesao in tutto il Sud America. Per non parlare del Romano, dell’Asiago e del Gorgonzola prodotti negli Stati Uniti.

Una concorrenza sleale che sottrae ai nostri produttori una fetta di mercato, che nel mondo, è stimabile in circa sessanta miliardi di euro l’anno.

Secondo un’analisi di Coldiretti “Senza falso made in Italy” le esportazioni agroalimentari potrebbero addirittura triplicare e invece alla perdita di opportunità economiche e occupazionali si somma il danno provocato all’immagine dei prodotti nostrani soprattutto nei mercati emergenti dove spesso il falso è più diffuso del vero e condiziona quindi negativamente le aspettative dei consumatori.

Per arginare questo fenomeno, da qualche tempo sono attivi numerosi controlli operati dal Ministero delle Politiche Agricole e Forestali e dagli organismi a esso collegati come l’Ispettorato repressione frodi (Icqrf), i Nuclei antifrodi Carabinieri, Comando Carabinieri politiche agricole e alimentari (Nac), e il Corpo forestale dello Stato e dalle Capitanerie di Porto-Guardia Costiera.

Operazioni che, secondo il Ministro Martina, hanno permesso nei primi otto mesi del 2014 32 milioni di euro di sequestri, più di seimila sanzioni emesse e quasi mille segnalazioni all’Autorità giudiziaria.

Infine, in una prospettiva di rilancio sul tema della lotta alla contraffazione a livello europeo e internazionale, è in previsione l’organizzazione un Forum internazionale a Milano in occasione di Expo 2015, dove riunire le strutture di controllo europee per un confronto e un potenziamento degli strumenti di contrasto alle frodi.

Cristiano Boggi
info@cristianoboggi.it

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