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Birrificio DieciNove… il brigantaggio delle buone idee

Birrificio DieciNove… il brigantaggio delle buone idee

Nonostante io sia nata in Umbria devo confessare che ancora resto esterrefatta e piacevolmente sorpresa da luoghi e dettagli sottovalutati, ma soprattutto dalle potenzialità e dalle opportunità che la mia regione e in grado di offrire. Spello a mio parere è uno dei borghi più caratteristici e, forse complice l’effetto cromatico della pietra muraria, sembra essere sempre avvolto da un’aura di irrealtà. Da circa 2 anni tra questi vicoli caratterizzati da floreale e affascinante mistero, sorge il primo Microbirrificio Etico DieciNove, una micro realtà nata dalla macro idea di giovanissimi entusiasti ragazzi.

Il gioco di parole sembra scontato ma per me è quasi obbligato, soprattutto dopo aver avuto il privilegio di toccare con mano e ascoltare la storia direttamente dai protagonisti. Tutto nasce dal sogno comune di un gruppo di giovani che nel 2012 hanno creato la Cooperativa Impulso, con lo scopo di dare appunto un slancio alla Società Statica agevolando e realizzando i progetti dei giovani attraverso l’integrazione la collaborazione e l’interazione tra le varie realtà sociali.

Grazie alla cooperazione con Utopia 2000 la società è impegnata alla ricerca di sistemi economici sociali per lo sviluppo territoriale, attraverso collaborazioni con vari comuni del paese. Nella provincia di Latina furono poi avviati gli studi per la realizzazione di un progetto azzardato e innovativo, realizzato poi nel 2013 in Umbria (appunto a Spello) come ennesima dimostrazione del potere dinamico delle idee: il Microbirrificio Etico DieciNove.

fabi e de gregoriCi siamo recati a Spello per poter osservare i risultati concreti di questo progetto e, appena entrati nel locale abbarbicato lungo una delle tante stradine ripidissime, veniamo colpite da uno dei quadri appesi… un’immagine di Niccolò Fabi e una frase scritta “mi piacerebbe essere padre di una buona idea”. La citazione della sua canzone è anche la frase iniziale del sitoweb della cooperativa; oltre alla stima e alla collaborazione personale che l’artista ha sempre espresso nei confronti del progetto (e come lui molti altri come ad esempio Francesco De Gregori), la citazione racchiude l’emblema di quello che ha dato origine a tutto, il valore che può assumere un’idea e la sua reale concretizzazione, che è possibile solo nel momento in cui qualcuno ci crede ed è disposto a rischiare pur di dar voce ad essa.

emanuele pacilliVeniamo accolti da Emanuele Pacilli il giovanissimo Presidente della società, che con l’orgoglio appunto di un padre inizia a parlarci dell’origine sua “buona idea”. Tutto è nato da esperimenti casalinghi di un diciassettenne che non potendo bere birra ha iniziato a produrla a casa utilizzando ingredienti insoliti e azzardati, legati alla tradizione e alla conformazione del suo territorio.

La curiosità, e la passione dettate dalla giovane età condita con una grande testardaggine hanno spinto Emanuele a perseverare e a portare avanti questa idea. I primi studi concreti volti alla realizzazione di un birrificio artigianale inglobato nel concetto della cooperazione e dello spirito sociale incontrarono diversi ostacoli burocratici nel territorio laziale tanto che i giovani pionieri furono costretti a trasferirsi in Umbria dove poterono portare avanti e realizzare la loro idea; quell’idea che oggi è una realtà e si concretizza nel Microbirrificio DieciNove.

Ci siamo seduti a uno dei tavolini in legno nella piccola saletta degustazione che fa da anticamera al birrificio appunto micro, ricavato nel piccolo locale nel rispetto del locale storico; li i due padroni di casa svolgono tutte le fasi della produzione, delle loro tre birre artigianali e anticonformiste legate dal filo conduttore dei frutti dimenticati come ingrediente base, quei frutti cioè che crescono spontanei in determinate zone e che pur facendo parte prepotentemente e inconsciamente della cultura della tradizione e dei ricordi di ognuno di noi, sono esclusi dalla cerchia di prodotti vip!
Ecco un riassunto in breve le caratteristiche

espositore2L’ambrata Miele & Fichi
Birra Ambrata cruda, alta fermentazione, rifermentata in bottiglia, non filtrata e non pastorizzata. Colore ambrato, di aspetto leggermente velato, intenso aroma di fichi, e un retrogusto persistente di miele di corpo apprezzabile e di media frizzantezza con un gusto equilibrato, grado alcolico 6.5% vol, temperatura di servizio consigliata 8-10 °C;

La Scura alla Carruba
Birra Scura cruda, alta fermentazione, rifermentata in bottiglia, non filtrata e non pastorizzata. Colore Rosso-Bruno, intenso aroma di carrube che tramandano al prodotto un gusto dolce, di media frizzantezza con un gusto equilibrato e particolare, che sintetizza il progetto dei “Frutti Dimenticati”, grado alcolico 5.5% vol, temperatura di servizio consigliata 8-10 °C;

La Bianca ai Fiori di Sambuco
Birra bionda alta fermentazione nata “per l’estate” dal gusto rinfrescante con retrogusto delicato e persistente, grado alcolico 5.5% vol, temperatura di servizio consigliata 6-8 °C.

Queste tre birre rappresentano per ordine temporale e concettuale il viaggio aziendale del microbirrificio.

La birra Carruba, primo esperimento interra laziale, nasce dal desiderio di dare la giusta importanza a un frutto dalle straordinarie proprietà e da caratteristiche organolettiche sottovalutate; ad oggi il microbirrificio si fornisce direttamente e esclusivamente da un’azienda agricola di Sonnino (LT) meticolosamente scelta.

Dalla svolta umbra nasce la birra Miele e Fichi, frutto dell’incontro tra due ingredienti locali miele (azienda Millefiori di Marsciano) e fichi (azienda Girotti di Amelia).

La birra ai Fiori di Sambuco e’ l’ultima nata e forse la più rappresentativa, omaggio al borgo che ha adottato i briganti laziali, birra ufficiale dell’infiorata ma soprattutto Birra ETICA a tutti gli effetti.

espositoreTutta l’attività del birrificio si basa sul concetto di Etica e la scommessa sulla quale è sorto il progetto era proprio riuscire a andare avanti senza finanziamenti pubblici, ma solo con collaboratori etici, nel rispetto del criterio di cooperazione sociale autentica; pur essendo società profit la gestione rispetta i principi sociali di collaborazionee sviluppo sociale: gli utili vengono reinvestiti in progetti e opere volte allo sviluppo locale e proprio in quest’ottica si ricercano realtà simili con le quali scambiare professionalità e servizi per condividere intensificare e quindi applicare il concetto di Eticità. “Si tratta semplicemente di un’evoluzione del concetto di baratto” come afferma Emanuele Pacilli “quello che utilizzava mio nonno”.

Nel concreto, oltre all’inserimento lavorativo di soggetti svantaggiati, i nostri mastri birrai hanno assicurato il loro prodotto con un consorzio etico, cablato i locali con il primo operatore non profit, avviato una collaborazione con un operatore elettrico etico e si sono rivolti a una banca etica; insomma, hanno marchiato di eticità quasi tutta la filiera produttiva.

Probabilmente questo concetto (cosi rivoluzionario e scomodo), che oggi rappresenta la forza e la dote peculiare del birrificio, ha contribuito a ostacolarne la realizzazione, irrigidendo ancora di più il sistema, e proprio da questi ostacoli deriva la scelta insolita e curiosa del nome. Perché DieciNove? Scelta evocativa e geniale, deriva dal soprannome di un famoso brigante dei monti Lepini conosciuto per i suoi modi anticonvenzionali con i quali portava avanti i propri ideali, ribellandosi alle autorità e alle regole; proprio come lui, i nostri “briganti moderni” si sono ribellati alla statica chiusura locale trasferendosi a Spello per poter portare avanti la loro idea… una risposta ma forse più una rivalsa verso chi non ha creduto in loro.

dieci noveDopo averci trasmesso tutta la sua passione con questo racconto, Emanuele ci mostra il suo Birrificio concentrato in 22 mq e ovviamente ci offre una degustazione delle sue tre creature. Orgoglioso e con l’entusiasmo coinvolgente e spontaneo che lo contraddistingue, ci presenta anche la linea di prodotti ispirate a eccellenze e chicche gastronomiche, da loro ideata, sistemati in un espositore in perfetto tono con il resto del locale e ci anticipa i prossimi progetti in cantiere. Sembra un fiume in piena, l’esempio emblematico di come una macro idea possa far scaturire inevitabilmente un mare di piccole micro idee che rendono inarrestabile l’impulso originario .

L’impegno appassionato di Pacilli e dei suoi compagni di avventura rappresenta la forza che ha inclinato il piano da sempre fermo e statico della nostra società, e tale inclinazione ha permesso alla loro folle (ma geniale) idea di “rotolare” fino a creare un movimento inarrestabile.

Per riagganciarmi alla citazione iniziale, Niccolo Fabi canta ”sono orfano di una chiara traiettoria, di valide occasioni del palpitare di un idea con grandi ali”; alla luce della mia chiacchierata con Emanuele Pacilli credo di poter affermare con assoluta certezza che questi giovani abbiano una ben chiara traiettoria da seguire e la loro idea palpita! E’ proprio grazie a persone come loro che nonostante tutto, la nostra società sarà sempre meno orfana di occasioni valide e sicuramente sempre un pò più ottimista. Grazie ragazzi continuate così!

Dania Marcelli
amelie788@yahoo.it 

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