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I vini naturali

I vini naturali

In un mondo sempre piu’ sensibili alla conservazione della natura e alla salvaguardia dell’ambiente, non si poteva evitare di fare delle azioni e delle opere che portassero elementi di tutela anche in viticoltura. Cosi ecco che alcune aziende del nostro territorio danno inizio a queste produzioni di vini, chiamati Vini Naturali.

La filosofia principale dei produttori sta nel realizzare un grande vino, intervenendo il meno possibile nella fasi della sua produzione, lasciando fare tutto alla natura che provvede al normale sviluppo e maturazione del grappolo. Per fare un esempio, nelle pratiche di gestione del vigneto si andranno a diminuire se non togliere del tutto l’uso dei diserbanti e concimi di origine chimica, andando a ridurre se non a togliere del tutto l’uso del rame e dello zolfo. In cantina si procederà con una gestione accurata e minima dei solfiti e degli addittivi enologici, con meno chiarificazione e meno filtrazione dei classici vini.

Scelte drastiche e in netta contrapposizione con le normali operazioni di lavoro che consegneranno ai produttori e a noi vini figli del territorio e soprattutto con impatti ambientali nulli: un vero e proprio trionfo della naturalità del prodotto. Un vero e proprio disciplinare di produzione ancora non c’e’ e bisognerebbe crearlo con regole e cavilli non troppo vincolanti andando a spiegare bene le pratiche di lavorazione e le caratteristiche del prodotto, consentendo cosi’ ai produttori di non dover fare forzature per entrare nel disciplinare stesso.

Quindi con la creazione di un vino privo di elementi inquinanti, frutto della sola pratica di fermentazione dell’uva, Si va al recupero e alla valorizzazione delle antiche pratiche di produzione, dando molta cura alla pianta e al suolo formando un’armonia in grado di dare grappoli ottimi da portare in cantina con zero elementi chimici. Una filosofia di lavoro applicata dal contadino nel suo proprio terreno e territorio di produzione non adattabile, secondo me, ai criteri della grande industria commerciale che pur di rispettare le esigenze di mercato porta ad una standardizzazione del prodotto. Come tutte le etichette che ci sono nel nostro Paese esistono vini naturali buoni e vini naturali riusciti meno bene, comunque entrambi realizzati nel piu’ completo rispetto della natura e della tradizione del territorio in cui e’ prodotto.

Al gusto questi vini risultano piu’ digeribili, con una nota alcolica molto contenuta, ma l’elemento che li fa di piu’ amare per come sono e’ l’intenso profumo piacevole che emanano, vero e proprio carattere che li contraddistingue dagli altri, il profumo vero e reale del frutto del vitigno impiegato.

In Italia abbiamo ottime produzioni di vini naturali, come quelli prodotti dall’azienda Ca’ del Vent dove in Lombardia, con l’impiego di chardonnay e pinot nero, realizza un’ottima DOC Franciacorta praticando la biodinamica. In Trentino di particolare rilievo l’Alteo prodotto dalla cantina Furlani. Cabernet, sauvignon e merlot, per un vino di grande impatto olfattivo adatto a piatti della tradizione locale. Eleganti, raffinati, infiniti, i vini dell’azienda Principiano che con i suoi barolo dà un vera e propria dimostrazione di come possano nascere grandi prodotti seguendo solo l’istinto della natura, da degustare assolutamente.

Anche la Toscana non e’ da meno in quanto a sviluppo di queste lavorazioni e con i vini di Stella di Campalto ci regala vere e proprie emozioni con i suoi rossi di montalcino e il brunello figli del territorio e di vigneti cru, qualità ottenuta con grande lavoro e grande rispetto per l’ecosistema; vini intensi, di buona struttura alcolica, profumi unici, con il carattere inconfondibile dei vini di Montalcino.

Queste sono solo alcune perle di questo mondo nuovo e intrigante, in cui l’amore per l’ecosistema e il lavoro del vignaiolo crea l’armonia magica per produrre grandi vini, con un abbandono degli elementi chimici, simbolo di perfezione e standardizzazione che troppe volte hanno fatto male al nostro territorio, cosi unico e assolutamente da preservare.

Pietro Parissi

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