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Aria di ripresa a TUTTOFOOD 2015

Aria di ripresa a TUTTOFOOD 2015

A TUTTOFOOD 2015, fratello minore di EXPO 2015 (è partito in parallelo e si trova esattamente di fronte ai padiglioni-meraviglia di EXPO), quest’anno abbiamo respirato aria di ripresa. Potremmo riprendere l’ottimismo del Ministro per le politiche agricole, Maurizio Martina, e sentire che non è lontano l’obiettivo per il 2020 di 50 miliardi di euro, in esportazioni agroalimentari (33 miliardi nel 2014). O potremmo solo ricordare che dal 3 al 6 maggio i padiglioni sono stati attraversati da 78.500 visitatori professionali, 2.800 espositori, 7.000 marchi, con un’area aperta al pubblico di circa 180.000 metri quadri. Comunque la si veda, è stata impressionante la varietà di eventi, convegni, show-cooking e business match che hanno caratterizzato la fiera di quest’anno.

A parte le cifre, un’idea più precisa della vitalità del settore la si ottiene solo parlando con gli operatori e partecipando ai piccoli e grandi eventi organizzati presso gli stand. A casa Rovagnati, il “social” show organizzato domenica 3 maggio ha preso le forme di una gara tra foodblogger, impegnate a inventarsi lo stuzzichino più appetitoso basandosi sulla gamma di salumi “Snello” di Rovagnati.

francesco gotti e maria grazia ferrarazzoSolo venti minuti per scegliere i propri cinque ingredienti tra i trenta messi in dispensa. Il numero di prodotti da mixare e preparare diminuiva man mano che la finale si avvicinava, per dare all’ultima gara il brivido dell’ incerto assoluto. Dopo una serie di eliminatorie, nel pomeriggio è stata eletta la vincitrice dello “Snello Food Show”, Maria Grazia Ferrarazzo, con il suo Chips and mushrooms finger con Prosciuto Cotto Snello, che ha convinto sia per il gusto sia per le forme.

Lo chef Francesco Gotti, docente all’Accademia del Gusto di Osio Sotto, ha avuto l’ingrato compito di decretare le fortune o le sfortune delle sei concorrenti. Alla fine ha avuto la meglio chi è riuscito a coniugare perfettamente la filosofia “meno grassi” del salumificio con l’incontrollabile energia delle foodblogger, menti in grado di cucinare e comunicare con un solo atto creativo.

Continuando con i salumi, in quanto punto di forza del brand Italia in tutto il mondo, siamo passati dallo stand di un salumificio medio-piccolo che è in cerca di avventura, per così dire: l’avventura di incrementare il livello qualitativo, conoscendo i rischi dell’operazione. Si tratta del salumificio artigianale “Fratelli Billo” di Cismon del Grappa, in Veneto ai piedi delle Dolomiti. Abbiamo chiesto alla Responsabile Marketing, Gaia Angelini, che brezza di montagna tira per i nostri salumi.

Il consumatore oggi chiede il biologico, la filiera corta e meno grassi. Come risponde la sua azienda?
Lo sappiamo e ci stiamo attrezzando con nuovi investimenti. Per cominciare, le carni provengono da animali selezionati, allevati e cresciuti in Italia. Ma in generale tutti gli ingredienti sono selezionati e non solo le carni, poiché il nostro motto è: “La qualità come scelta di vita”. Qunidi spezie e aromi sono rigorosamente naturali e non riprodotti artificialmente in laboratorio. Il prodotto finale rispecchierà queste scelte

C’è un prodotto che vi rende inconfondibili con i concorrenti? E in che cosa è speciale?
Senza dubbio la bresaola tirolese. È un prodotto semi-stagionato che rispetta i nostri standard qualitativi e che esprime bene il concetto di alimentazione sana. È magro, a ridotto contenuto di sale, adatto ai giovani ma anche ai salutisti

L’ultima sfida (in ordine cronologico)?
Presto sarà pronta una nuova struttura e un nuovo stabilimento, che stiamo acquistando in questi giorni. Questa scelta si lega alla prospettiva di acquisire i certificati (FDA e BRC) necessari per esportare in Russia ed America, oltre alle certificazioni “Spiga barrata” e “BIO”, destinate ai consumatori più esigenti

In definitiva, ci è parso che i due concetti di bionaturale e di apertura ai mercati poco battuti siano stati un elemento di traino. Le sfide e i rischi piacciono ancora, a quanto pare: ed è per questo che TUTTOFOOD 2015, panoramica sul genio agroalimentare italiano, a professionisti e a consumatori presenti dev’essere sembrata un calderone in piena ebollizione. A giudicare dai profumi suadenti che abbiamo sentito, il sapore che ne verrà fuori potrebbe essere strepitoso.

Guido Gabaldi

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