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Castello Sonnino: le vie della storia e del sangiovese

Castello Sonnino: le vie della storia e del sangiovese

Ci sono cognomi e luoghi che parlano di storia senza che tu lo voglia: è questo il caso dei vini e della famiglia Sonnino, da Montespertoli, nel Chianti. Il Castello di famiglia, con vari rimaneggiamenti, proviene direttamente dal basso Medioevo, ma fu acquistato soltanto agli inizi dell’ 800. Questo quanto alla storia dei luoghi: quanto ai personaggi, Sidney Sonnino, giornalista e politico di primo piano in pratica fino alla morte, avvenuta nel 1922, dovrebbe suscitare ricordi scolastici ben delineati: Primo Ministro agli inizi del Novecento, e poi Ministro degli esteri durante la prima guerra mondiale.

Fu il padre di Sidney, Isacco” ci racconta Caterina de Renzis Sonnino “a fondare l’azienda agricola, in cui si coltivava anche la vite; fu Sidney poi a trasformarla in un’azienda modello, attenta ai diritti dei lavoratori e aperta alla sperimentazione di tecniche agricole innovative, per quell’epoca. Io e mio marito Alessandro ci siamo entrati alla fine degli anni ottanta, in questo posto, che andava ristrutturato e rilanciato, specialmente dal punto di vista della produzione agricola. Con tanta fatica, investimento di tempo e denaro e anche un pizzico di sana ostinazione, direi che ci siamo riusciti”

castello di sonnino foto2Ma qual è il suo ruolo nell’azienda agricola di famiglia?
Io mi occupo soprattutto di grafica, progettazione di packaging e di promozione. Ho disegnato etichette per molte aziende di prodotti alimentari, piuttostto note, tra cui Bertolli, Donnafugata e Antinori, per citarne solo tre. La vera e propria produzione del vino ha il suo fulcro in mio marito e in Samuele Mammoli, direttore tecnico dell’azienda e sommelier AIS

castello di sonnino foto3Quali sono i vostri prodotti più conosciuti?
Ci troviamo nelle terre del Sangiovese, ed è normale dare a questo vitigno plurisecolare il posto che si merita, visto che la storia gioca una parte così importante nell’ambito della Toscana e del Chianti. Il problema è che, tecnicamente, è difficile fare un rosso corposo con il Sangiovese in purezza: è molto più agevole arricchire l’uvaggio con altri vitigni, come si fa con il Chianti, per citare l’esempio più celebre. Quando agli inizi siamo partiti con quest’idea del Sangiovese “centopercento” siamo stati presi un po’ in giro, scoraggiati: amici ed esperti del settore, consultati, hanno tirato fuori cento obiezioni. Noi siamo andati controcorrente, abbiamo insistito, ed eccoci qui con il nostro Cantinino: dopo l’affinamento in barriques di rovere per almeno 14 mesi, si otiene un rosso rubino carico, con sentori di frutti di bosco e spezie, adattissimo all’invecchiamento. Ne abbiamo assaggiato uno di vent’anni, ed abbiamo apprezzato la sua grande eleganza. Contro tutte le aspettative negative

castello di sonnino foto5Ma anche il Vinsanto vi ha dato una certa notorietà, vero?
Certo, notorietà e problemi, perché non sai mai se riuscirai a coprire almeno i costi, si figuri guadagnarci! Ha una lavorazione complicata e costosa: si raccoglie l’uva a mano, selezionando i grappoli, poi servono grandi spazi per la lunga disidratazione sulle stuoie, e dopo la pigiatura si passa all’invecchiamento nei caratelli di legno, ove rimane per cinque anni. Difficile ottenere la giusta proporzione fra zuccheri e acidità, ma noi continuiamo a provarci, e i turisti che ospitiamo lo apprezzano moltissimo

Turisti, appunto. Perché la vostra non è solo un’azienda di produzione agricola, vero?
Certamente, negli ultimi tempi stanno crescendo le attività legate all’accoglienza, e mi riferisco alle visite guidate, delle vigne e del Castello, e alle degustazioni. L’anno scorso siamo stati in grado di gestire un flusso di circa 5.000 persone, molte delle quali si fermano al nostro ristorante ed acquistano i prodotti della fattoriA

Castello Sonnino, insomma, è in grado di offrire ai visitatori tutta una serie di sorprese, non solo enogastronomiche. Le colline coperte dalle viti, un cognome storico e una dimora solcata dai secoli costituiscono un’offerta turistica dalle molte facce, tipicamente italiana, in grado di affascinare i più riflessivi e di sedurre i più goderecci. Il Sangiovese e il Vinsanto sono soltanto la porta da cui accedere a un’esperienza che, nel suo complesso, può risultare indimenticabile.
Guido Gabaldi

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