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Ginepro comune

Ginepro comune

IL GINEPRO COMUNE (JUNIPERUS COMMUNIS)

Il Ginepro è una pianta rustica e tipica dei boschi e delle lande dell’emisfero settentrionale (famiglia delle Cupressaceae), resiste a temperature rigide, fino a -12°C posizionato in luoghi sufficientemente soleggiati o ad ombra parziale. Fitto in ramificazioni, può raggiungere i due metri di altezza.

Le sue foglie, lunghe circa un centimetro, sono aghiformi, pungenti e generalmente raccolte in gruppetti di tre. Il periodo di fioritura si colloca tra il mese di febbraio e quello di aprile con produzione di fiori molto piccoli, quasi impercettibili e di colore giallo chiaro.

Le bacche, si raccolgono in autunno nei mesi che vanno da settembre alla prima quindicina di novembre, quando raggiungono la piena maturità e diventano di colore nero-azzurro, solitamente dopo due o tre anni circa dalla loro nascita. Il sapore è acidulo e vanno fatte essiccare, prima del loro impiego, in luoghi ombrosi e ventilati.

In cucina si utilizzano sulla selvaggina, la porchetta, gli arrosti ed i lessi e comunque sugli arrosti in genere. Impiegate anche per realizzare alcune birre, in particolare si usano in distilleria per la produzione del notissimo Gin; distillato forte, chiaro, tipicamente incolore prodotto dalla distillazione di alcol ottenuto da grano, frumento ed orzo in cui vengono messe a macerare le bacche, da cui ha origine il suo nome.
La parte legnosa invece, intensamente aromatica, viene utilizzata per fumigazioni di alcune varietà di insaccati.

Il suo principio aromatico, estratto mediante la distillazione, è antisettico e battericida ed è per questo che si colloca in alcuni preparati galenici utilizzati nelle affezioni croniche dei bronchi, nelle malattie infettive delle vie urinarie, dei reumatismi e di molte altre diffuse patologie. Anche se è una pianta ha i suoi effetti collaterali e pertanto se ne sconsiglia l’uso a coloro che soffrono di infiammazioni renali, intestinali e durante la gravidanza.

Sono i Greci nel IV secolo a.C. i primi ad utilizzare le preziose bacche in medicina ed in cucina. Ippocrate di Kos (460-370 a.C.), l’autore del Giuramento con il quale ancora oggi i nostri neo-medici si impegnano a dedicare la loro vita e sapienza ai bisognosi di cure, lo indica come base dei suoi medicamenti, mentre il botanico Teofrasto (372-287 a.C.) successore di Aristotele, nel trattato “Historia plantarum”, dichiara che questi frutti hanno la funzione di riscaldare e pertanto di favorire la digestione aiutando il processo di cottura dei cibi.

In età imperiale nell’antica Roma, le bacche di ginepro venivano utilizzate per aromatizzare gli arrosti mescolandole a radici ed erbe aromatiche. Ma a partire dal primo secolo d.C. con il commercio delle spezie con l’Oriente, venivano utilizzate schiacciate e mescolate con il pepe: un successo inaspettato!

Anche in Egitto ne veniva fatto uso, ma con un impiego diverso, in quanto le venivano attribuite facoltà propiziatorie durante le funzioni religiose, quindi di utilizzo riservato al faraone, ai principi ed ai sacerdoti.

Alessandra Casagrande
redazione@eventidop.com

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