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Asina luna, brace e musica alle porte di Milano

Asina luna, brace e musica alle porte di Milano

Milano si impone all’attenzione come città proiettata nel futuro della moda e del design, e come cuore pulsante dell’economia finanziaria italiana.  Negli ultimi anni, a quanto pare, è diventata anche uno dei centri d’eccellenza europei della cultura gastronomica. E la provincia, dove la mettiamo? Sarà diventata una specie di deserto urbanizzato, visto che ormai Milano si piglia tutto!  Di certo non è così per Riccardo Succi e Tiziana Dinoia, i giovani gestori del ristorante “Asina luna” a Peschiera Borromeo, cittadina dell’ hinterland milanese adiacente all’aeroporto di Linate. Loro due in provincia ci sono, intendono restarci e stanno anche portando al successo la loro idea di ristorazione, distante dallo stereotipo della trattoria fuori porta.

“Anche perché la metropoli non è poi così lontana,” mi ricorda Riccardo, “siamo a venti minuti d’ auto da piazza Duomo, traffico permettendo. Di certo Peschiera Borromeo non è l’antico borgo dove passeggiare per i vicoli, ma almeno non è sommersa dalla confusione e dal rumore. E quindi i milanesi che vengono a cenare fin qui sono ben motivati: o lo fanno proprio per provare la cucina di “Asina Luna”, o magari perché l’aeroporto è vicino e prima di volare o subito dopo l’atterraggio, desiderano un pasto di qualità. Ma lavoriamo molto anche a pranzo, dato che ci frequentano i dirigenti e i quadri delle aziende qui vicino. Lo scontrino medio si aggira sui trenta euro a mezzogiorno e sessanta in serata, per apprezzare un’offerta che non si limita al filetto o alla T-bone alla brace, per quanto nobili, ma spazia nella tradizione italiana: abbiamo in carta seppia in umido con porcini, patate e crema di ceci, tartare di tonno rosso con caviale di basilico, soncino, dadolata di arance e chips di polenta, tagliatelle fatte in casa con porcini e vellutata di patate rosse … questo tanto per far capire che la cucina nazionale ci piace, e che non ci si sottrae al confronto con le tendenze contemporanee più innovative.”

Risulta chiaro, a questo punto,  che la specialità della casa è la carne, esposta in bella vista nel bancone refrigerato: ecco in parata costate di varie frollature e tipologie di animali, a testimoniare della passione di Riccardo Succi per l’arte di grigliare. Con tante piccole attenzioni: ad esempio, un sapiente assortimento  di sali speciali da abbinare a ogni diverso taglio di carne, come quello di Margherita di Savoia, il Rosa dell’Himalaya, il Grigio Bretone o il Blu di Persia. E come non parlare della scelta della brace, esclusivamente di legna cubana, e precisamente di marabù. A completare il quadro, va detto che questo è il posto non solo della vena carnivora ma anche di quella artistica: lo si capisce dal nome del ristorante, “Asina Luna”, che è poi il nobile animale protagonista di una vecchia canzone di Fabrizio De André.

“Uno degli amori della mia vita”, spiega Riccardo, “al punto che ho scritto un libro, anni fa, sul disco ‘La buona novella’ del cantautore genovese, e che ho collaborato per qualche tempo con Dori Ghezzi e con la fondazione De André. In questo posto la musica è fondamentale: soprattutto il jazz, che credo aiuti a creare un’atmosfera rilassante.”


Grandi tradizioni, qui a Peschiera: oltre alla griglia, i cantautori italiani. E passando ora dalla tradizione al futuro, cosa prevede per il suo locale?

“Che io e mia moglie Tiziana andremo avanti con le nostre idee. Senza però voltare le spalle alle tendenze del momento: è per questo che oltre ai grandi rossi toscani e piemontesi, e ad una carta dei vini molto impegnativa di cento etichette,  possiamo offrire giusto un paio di birre artigianali  per accontentare gli appassionati birrofili. Non ci serve, in ogni caso, la novità fine a sé stessa; si esplorano i territori non battuti soltanto quando si hanno le giuste motivazioni per farlo.”

Mi parli allora di qualche novità che non è fine a sé stessa, e che prima o poi ci riguarderà tutti.

“Potrebbe essere l’Africa. Con i suoi sapori, le sue spezie, il suo cous cous, che è già diventato parte delle nostre abitudini quotidiane. L’Africa è vicina, e la sua influenza anche gastronomica, che oggi sottovalutiamo, potrebbe in breve conquistarci.”

L’Africa, avrò capito bene? Proprio nel momento in cui, nel nostro paese, l’inno “Fratelli d’Italia” rischia di essere sostituito da “Dagli al negher”, per riuscire a sognare di questi sogni servono cuore e fegato. Ma Tiziana e Riccardo ne hanno in abbondanza, evidentemente, perché aprire e portare al successo un locale che strizzi l’occhio ai gourmet, in quel di Peschiera Borromeo, non è impresa facile. E si può star certi che quei due riusciranno a  valorizzare le loro carni perfettamente frollate, la pasta fatta in casa e la musica d’autore, anche in un ristorante alle porte della metropoli, e al diavolo la grandeur della Milano pigliatutto.

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