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Giuseppe Crupi: ovvero come insegnare la cucina italiana in Irlanda

Giuseppe Crupi: ovvero come insegnare la cucina italiana in Irlanda

L’eccellenza della cucina italiana è universalmente riconosciuta e riscuote successo all’estero e la presenza dei nostri connazionali con i loro ristoranti fa si che la nostra gastronomia venga gustata anche da chi non è mai stato in Italia. Tra i tanti “coltelli in fuga” abbiamo deciso di intervistare Giuseppe Crupi da quattro anni direttore della Italian School of Cooking a Dublino in Irlanda.

Il suo percorso è davvero interessante, nella sua biografia c’è scritto che lei si è recato in Irlanda seguendo il suo percorso di studi in lingue straniere e per anni si è occupato di traduzione, com’è avvenuto il passaggio alla scuola di cucina?
Sono venuto in Irlanda 15 anni fa per fare la tesi di laurea al Trinity College Dublin in Ingegneria. Dopo la laurea sono tornato e sono rimasto a fare ricerca al Trinity per 5 anni. Poi mi sono occupato di una scuole di lingue e traduzioni e un giorno, facendo la fila in aeroporto, ho conosciuto Marco Giannantonio, un ragazzo molisano che aveva fondato il gruppo Flavour of Italy insieme ad un suo amico sempre molisano Maurizio Mastrangelo. Abbiamo cominciato a parlare e Marco mi ha invitato ad assistere ad una lezione di cucina alla Italian School of Cooking, che è uno dei rami del Gruppo. Ho cominciato a collaborare con loro e dopo meno di un anno sono stato nominato Direttore della Scuola.

giuseppe crupi pubblicoChi frequenta le vostre lezioni?
La Scuola offre un’ampia gamma di servizi e per tanto anche il nostro pubblico è alquanto variegato. Siamo aperti a pranzo, ogni giorno e la maggior parte dei clienti sono le persone che lavorano nella nostra area, sono per lo più’ irlandesi che vengono da noi in pausa pranzo. Nelle lezioni di cucina abbiamo molti irlandesi ma anche tante persone come me che vivono a Dublino e vengono da altri paesi. Organizziamo anche i Team Building: membri di una stessa compagnia vengono a cucinare assieme e poi mangiano il cibo che hanno preparato. Inoltre collaboriamo con tutti i grandi gruppi attivi in Irlanda da Google a Microsoft, Pfizer, Facebook, AirBnB e cosi’ via.

Quali sono i piatti più apprezzati?
I piatti della tradizione in particolare pizza, calzone, pasta fresca e sughi classici come amatriciana, carbonara e poi naturalmente lasagna e tiramisù.

Ci sono piatti che sono stati modificati per renderli più “compatibili” con i gusti degli Irlandesi?
L’unica modifica fatta alla Scuola o nel nostro ristorante è stata cercare di servirsi il più possibile dei prodotti locali che sono buonissimi soprattutto carne e pesce. Per il resto cerchiamo di proporre un prodotto autentico.

giuseppe crupi incucinaQuali sono le differenza tra la nostra cucina e la loro?
La cucina italiana presenta una straordinaria varietà dovuta anche alla divisione storica del paese e al conseguente dominio di diversi popoli. Si tratta di una cucina regionale dalle risorse inesauribili. L’Irlanda è popolata da soli 5 milioni di abitanti e molte ricette tradizionali sono andate perdute a causa della Grande Carestia avvenuta tra il 1845 e il 1849. Si tratta in generale di pasti molto semplici: carne e due tipi di verdura di contorno, zuppe e stufato di manzo.

Dal punto di vista alimentare qual’è la cosa più strana che ha mai assaggiato?
Il black pudding è una specia di salsiccia fatta con il sangue di maiale e viene servito con la tipica Irish breakfast spesso con mele al forno.

Le differenze principali tra noi e gli irlandesi?
Gli irlandesi hanno un’anima mediterranea. Sicuramente noi siamo più espressivi mentre loro sono più educati. Al pub però sono tutti amici ed è molto facile socializzare con tutti anche perchè qui non esiste quasi affatto alcuna forma di classismo.

Rosanna Campanella

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