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La Dieta Mediterranea

La Dieta Mediterranea

Nell’ultimo articolo da me scritto, avevo trattato il consumo corretto o meglio (moderato) di carni rosse, concetto che non deve essere preso alla lettera ma che faceva più chiarezza su quanto riferito dai media ultimamente. Lasciato in sospeso il discorso di una sana e corretta alimentazione, in quanto non sono un alimentarista nè nutrizionista ma un cuoco, vorrei illustrare semplicemente i concetti base della così chiamata “dieta mediterranea“.

In natura non esiste un alimento che contenga tutti i principi nutritivi di cui l’organismo ha bisogno, pertanto per alimentarsi in modo sano ed equilibrato, occorre variare il più possibile la scelta, e su questo madre natura ha fatto davvero la “differenza”. Diversamente che in altri luoghi sulla faccia della terra, il bacino del mediterraneo è il luogo che meglio rappresenta uno stile alimentare corretto completo ed equilibrato. In particolare l’ Italia, Francia meridionale, Grecia, Spagna, ma anche paesi del vicino Oriente e dell’Africa settentrionale, sono luoghi dove la varietà gastronomica affonda le sue radici.

Negli anni ’50 Ancel Keys, un nutrizionista americano, si accorse che le popolazioni del bacino mediterraneo erano meno suscettibili ad alcune patologie rispetto agli statunitensi. Ma vediamo perchè: I “protagonisti” della tradizione alimentare mediterranea sono l’olio d’oliva, i cereali, la pasta, riso e pane, il vino, i legumi, la frutta e tutti gli ortaggi. l’aggiunta di giuste quantità di prodotti animali come carne, latte, uova, pesce e formaggi assicura una dieta valida ed equilibrata, adatta a qualsiasi età e in grado di ridurre considerevolmente il rischio delle “malattie del benessere” tipiche della nostra epoca.

piramide dieta mediterraneaQuindi si può dire che i cereali e i loro derivati sono chiamati prevalentemente a soddisfare il nostro fabbisogno energetico, attraverso l’apporto di quei carboidrati complessi, i legumi, altri ortaggi, verdure, frutta e grassi vegetali, soprattutto olio extravergine d’oliva, oltre a integrare l’apporto proteico assicurato dai cereali equilibrano la razione lipidica con le giuste quantità di acidi grassi insaturi, e forniscono quantità adeguate di fibra alimentare, vitamine e sali minerali. Il fabbisogno di proteine nobili e ferro è soddisfatto principalmente con carni “alternative” a quelle bovine che non sono nè le uniche nè le più utilizzate. Quindi tra gli altri pollo, coniglio, maiale magro e tacchino, per non dimenticare le uova ed il nostro squisito pesce che vive e cresce rigoglioso nel nostro splendido Mar Mediterraneo. Infine, ma non per importanza, ricordiamo il latte ed i suoi derivati, molto importanti soprattutto per l’apporto in calcio.

La dieta mediterranea viene di solito schematizzata dai nutrizionisti utilizzando la “piramide alimentare“. La piramide suddivisa in tre parti, mette alla base gli alimenti di cui si raccomanda un consumo molto frequente, durante ogni pasto. Gli alimenti situati nella parte centrale vanno consumati quotidianamente, ma con minor frequenza. Quelli che si trovano nella parte alta, come carni rosse e dolci, devono essere consumati con periodicità settimanale e con molta moderazione.

Ma come ben sappiamo una salute sana non deriva solo da una sana alimentazione ma anche dal fare una discreta attività fisica, sicuramente nel preferire i prodotti di stagione e riconoscere la giusta importanza alla convivialità dei pasti, inoltre bere molta acqua, alternare colori e varietà di ortaggi e frutta, utilizzare erbe e spezie per ridurre l’aggiunta di sale ed infine limitare il consumo di alcolici.

Nel 2007 l’Italia propose all’UNESCO di iscrivere la Dieta mediterranea nella Lista dei patrimoni culturali immateriali dell’umanità. Il 16 novembre 2010 a Nairobi, in Kenya, ad esito di convegno internazionale, l’Unesco ha iscritto la Dieta Mediterranea nella lista rappresentativa del patrimonio culturale immateriale dell’Umanità, riconoscendo tale patrimonio appartenere a Italia, Marocco, Grecia e Spagna. Nel novembre 2013 tale riconoscimento è stato esteso a Cipro, Croazia e Portogallo.

Chef Stefano Martinengo

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